giovedì 16 agosto 2012

Fare sesso mentre si dorme

LA SEXSOMNIA


"La sonnambula" di Édouard Rosset-Granger
La Sexsomnia, termine coniato da Shapiro nel 2003, o Comportamento Sessuale Sonnambulistico, è una patologia caratterizzata da attività sessuali non intenzionali durante il sonno. Gli uomini sono interessati tre volte più frequentemente che le donne e si stima che la Sexsomnia interessi l’8% dei pazienti che presentano già altri disturbi del sonno. La Sexsomnia è una parasonnia non-REM (NREM), strettamente collegata agli impulsi primordiali. Le parasonnie non-REM sono caratterizzate da transizioni anomale dallo stato di sonno allo stato di veglia e viceversa. Durante il sonno ad onde lente si verifica una diminuzione del controllo da parte della corteccia cerebrale, cosi che risvegli parziali possono manifestarsi con comportamenti disinibiti. Il comportamento sessuale che si verifica durante il sonno è variabile. Negli ultimi anni sono state descritte varie forme di attività erotica, fino a rapporti sessuali fisiologici e veri e propri atti di violenza sessuale. La Sexsomnia si verifica in genere durante le prime ore di sonno. I pazienti durante l’evento non hanno interazioni coscienti con l'ambiente circostante e anche se si risvegliano in genere non hanno alcun ricordo di ciò che è accaduto. Le persone con Sexsomnia sono affette frequentemente da altre parasonnie, quali il sonnambulismo, i risvegli confusionali, i terrori notturni o le abbuffate notturne. Si ritiene che la Sexsomnia sia in realtà una variante del sonnambulismo, dato che la maggior parte dei pazienti presenta un’anamnesi personale o familiare positiva per questa patologia. La maggior parte delle parasonnie si presentano durante l'infanzia e si risolvono prima dell'adolescenza, talvolta continuano in età adulta. E’ raro che una parasonnia si presenti per la prima volta in età adulta. I fattori che causano la frammentazione del sonno possono precipitare questo tipo di parasonnia in adulti suscettibili. I fattori scatenanti più comuni sono lo stress, l’apnea del sonno, l'alcol, la privazione di sonno e alcuni farmaci come gli antidepressivi serotoninergici. In molti casi, la polisonnografia può risultare utile, ma non è prevedibile il comportamento dei pazienti durante l’esame e se presenteranno il disturbo. Recentemente, in alcuni processi per violenza sessuale avvenuti in Inghilterra e in Canada, l’imputato è stato assolto perché affetto da Sexsomnia sostenendo che questa patologia può passare inosservata fino a quando l'evento non viene riferito dal partner o dal compagno di letto; inoltre, le persone con parasonnie non hanno nessuna consapevolezza delle proprie azioni, e quindi non possono essere ritenute legalmente responsabili. Da più parti si è sollevata la questione che le persone a rischio di compiere atti sessuali durante il sonno dovrebbero adottare misure per evitare che questo disturbo possa danneggiare gli altri. Per questo, come per altre parasonnie che possono potenzialmente sfociare in comportamenti violenti o socialmente inadeguati, è necessario che il paziente adotti dei cambiamenti comportamentali e ambientali. Questi cambiamenti comprendono una corretta igiene del sonno, un ciclo sonno-veglia che promuova un sonno adeguato, evitare l’alcool e trattare i disturbi che possono causare la frammentazione del sonno, minimizzando cosi la probabilità che si verifichi un evento di Sexsomnia. In casi refrattari può essere richiesto l’uso di farmaci. La Sexsomnia può presumibilmente essere trattata in modo simile alle altre parasonnie NREM. Farmaci come le benzodiazepine sono risultati trattamenti efficaci. Ancora molti aspetti restano da chiarire, in particolare in relazione all'eziologia che resta ancora oggi sconosciuta.



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