venerdì 17 agosto 2012

Il cioccolato per combattere l'Alzheimer

Cacao e Alzheimer

Theobroma cacao
Il cacao rallenta la progressione verso l’Alzheimer migliorando le capacità cognitive di chi lo assume. Questo è il risultato di una ricerca condotta dal team, coordinato dal Prof. Giovanbattista Desideri, della Divisione Geriatrica dell’Università de L’Aquila, pubblicata su Hypertension. Il merito è tutto dei flavonoli, composti di origine vegetale appartenenti alla classe dei flavonoidi, che si trovano, oltre che nel cacao, anche nel tè, nel vino rosso, nell’uva e nelle mele. Il cacao è già stato dimostrato avere proprietà antidepressive ed antiossidanti, migliora la funzionalità dei vasi sanguigni e riduce la pressione arteriosa. A queste virtù da oggi si aggiunge la capacità di contrastare il decadimento cognitivo. Circa il 6% della popolazione oltre i 70 anni sviluppa ogni anno una condizione nota come Deterioramento Cognitivo Lieve, anche conosciuta con l’acronimo MCI (Mild Cognitive Impairment). Viene considerata uno stato di transizione tra il normale invecchiamento e la demenza conclamata. Infatti, in questi soggetti i deficit cognitivi sono maggiori di quelli che si riscontrano nella popolazione generale con la stessa età e scolarità, ma non presentano limitazioni dell’autonomia nelle attività basali e strumentali della vita quotidiana. Ogni anno circa il 10-15% dei pazienti affetti da MCI progredisce verso l’Alzheimer o altre forme di demenza. Per effettuare una diagnosi di MCI è necessario effettuare esami di neuroimaging, esami ematochimici e test neuropsicologici. In questo studio 90 pazienti affetti da MCI sono stati reclutati tra gli utenti afferenti all’Unità Valutativa Alzheimer di Avezzano (AQ). Sono stati suddivisi in maniera casuale in tre gruppi ai quali è stata somministrata per otto settimane una bevanda contenente flavonoli in quantità differente per ogni gruppo. Le quantità distribuite sono state: 990 mg, 520 mg e 45 mg. Per valutare esclusivamente l’effetto dei flavonoli del cacao sono state escluse dalla dieta tutte quelle sostanze che contengono tali composti. Al termine delle otto settimane i volontari sono stati sottoposti a una valutazione cognitiva tramite test neuropsicologici che hanno esplorato la memoria a breve termine, la memoria di lavoro, la memoria a lungo termine episodica,  la velocità di ragionamento e le funzioni esecutive. I risultati hanno dimostrato che i soggetti che avevano assunto dosi medio-alte (990 mg e 520 mg) di flavonoli del cacao presentavano una migliore performance cognitiva rispetto a chi aveva assunto basse dosi (45 mg); il miglioramento è stato nella misura del 40%. In particolare sono significativamente migliorati i punteggi dei test relativi alla memoria di lavoro e alla memoria verbale. Inoltre, sono diminuite l’insulino-resistenza, la pressione sanguigna e lo stress ossidativo. L’aspetto più importante evidenziato è proprio quello legato alla diminuzione della resistenza all’insulina, ormone proteico che gioca un ruolo essenziale nel controllare i livelli di glucosio nel sangue, prodotto dalle cellule beta delle isole di Langerhans all’interno del pancreas. In conclusione, il consumo di cacao, se inserito all’interno di una dieta varia ed equilibrata, può migliorare le performance cognitive.

Nessun commento:

Posta un commento